Il cucciolo abbandonato

Favola per bambini

C’era una volta un cucciolo, di cagnolino, tutto nero, sporco e spellacchiato che viveva tutto solo tra i bidoni della spazzatura. Non sapeva neanche esattamente come c’era finito, non se lo ricordava, perchè era molto piccolo. Ricordava solamente che qualcuno lo aveva lasciato per strada. Si era arrangiato un po’ alla meglio, mangiando i rifiuti che trovava vicino alla spazzatura, beveva nelle pozzanghere e dormiva raggomitolato al freddo in qualche angolino buio del marciapiedi. Non era una vita facile, non era felice, si sentiva molto, molto solo.

Un giorno mentre infreddolito e affamato se ne stava tutto raggomitolato sul ciglio della strada sentì una vocina:

– Hooo mamma, guarda! Poverino! Ti prego mamma aiutiamolo, possiamo portarlo a casa?

Era Margherita, una bimba dal cuore d’oro che vedendo il povero cucciolo in quelle condizioni non poteva rimanere indifferente alle sue sofferenze. La sua mamma che aveva il cuore d’oro proprio come la piccola Margherita, guardò il cucciolo che la guardava con sguardo supplichevole, e guardò la figlia che aveva lo stesso sguardo supplichevole e non le fu possibile  dire di no!

Mamma e figlia raccolsero il cucciolo e lo avvolsero in una calda sciarpa di lana, lo caricarono in macchina e si diressero subito a casa.

Il cucciolo era intimorito, ma non aveva paura, perchè per la prima volta in tutta la sua vita si sentiva accolto e accudito, una sensazione calda lo pervase tutto, e guardando Margherita negli occhi per la prima volta capì cos’è l’amore.

– Lo chiamerò Amore! disse Margherita, e la mamma sorrise.

Una volta a casa Margherita diede ad Amore una ciotolina con dell’acqua fresca e pulita, e una con carne e riso. Mai aveva bevuto dell’acqua più pulita e mai aveva mangiato del cibo così buono.

Dopo pranzo e dopo un breve riposino fu l’ora del bagno. Inizialmente tutta quell’acqua e quel sapone lo impaurivano, ma per dirla tutta fu piacevole, tutte quelle coccole, quei piacevoli grattini sulla schiena, dietro le orecchie e sulla pancia. La cosa meno piacevole fu quando il papà lo portò dal veterinario, che lo controllò dappertutto e gli fece una spiacevole puntura che tutti chiamavano vaccino. Ma anche qui, dopo il dolore ci furono un mare di coccole e un oceano di “poverino”, “piccolo cucciolo”…Poi una volta tutto pulito e profumato, controllato e vaccinato,  Amore iniziò la sua nuova vita. Scoprì cosa vuol dire avere una famiglia. Capì allora che il vero valore di una vita felice. Da quel giorno Amore diventò parte della famiglia a tutti gli effetti, lui e Margherita crescerono insieme, inseparabili, come fratelli, come amici, per tutta la vita.

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