Cappuccetto Rosso

In un piccolo paese vicino al bosco, viveva assieme alla sua mamma, una graziosa e gentile bambina.

Tutti in paese la chiamavano Cappuccetto Rosso perché indossava sempre una mantellina rossa, regalo della sua adorata nonna, e, con il passare del tempo, tutti  scordarono il  suo vero nome.

Alla piccola faceva piacere essere chiamata così, anche perché i paesani volevano bene a lei e alla sua mamma e, poiché erano sole, spesso le aiutavano nelle faccende più pesanti come tagliare la legna o coltivare e seminare l’orto.

Cappuccetto Rosso amava molto la nonna. La nonna abitava in una casina nel bosco e spesso scendeva in paese per stare con loro.

Insegnava alla mamma a cucinare degli squisiti pranzetti e soprattutto delle deliziose torte. La torta di mele era la preferita di Cappuccetto. La bambina più di ogni altra cosa  amava stare davanti al camino coccolata tra le braccia della nonna e starla a sentire quando raccontava le favole.

Da qualche giorno la nonna non veniva a trovarle.

Un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso vedendola triste disse alla bimba:
– La nonna è debole e malata e non  può farci visita. Ho preparato la torta di mele, la vostra preferita e questa tisana alle erbe. Io non posso andare dalla nonna perché devo lavorare, così andrai tu da sola.

Abbracciala da parte mia e dille di guarire presto.

Questa é la prima volta che vai da sola perciò sii prudente: segui il sentiero principale, quello vicino ai campi di grano e non entrare nel bosco.

I cacciatori dicono che nel bosco si aggira un lupo cattivo e affamato.

Abbracciandola la bambina promise alla mamma di fare come le aveva
detto .

Cappuccetto era molto felice di rivedere la nonna, ma soprattutto era molto grata alla mamma per la fiducia che aveva riposto in lei.

La casetta della nonna era a una mezz’ora buona di cammino dal paese e Cappuccetto Rosso sapeva che c’era una scorciatoia, una volta aveva fatto quel percorso alternativo con la mamma e pensò che se avesse preso quella strada  sarebbe arrivata prima e avrebbe trascorso più tempo con la nonna.

“Cosa potrà mai succedermi? Ho già fatto quel sentiero e non c’era nulla di pericoloso.” Pensò la bimba.
Cappuccetto Rosso, quindi, dimenticando le parole della mamma, prese la scorciatoia. Il bosco diventava sempre più fitto e buio, allora iniziò ad accelerare il passo.

A un certo punto, proprio in mezzo alla strada, incontrò un lupo che sembrava quasi la stesse aspettando.
Cappuccetto Rosso non ebbe paura: non sapeva che quella era una bestia tanto cattiva.
– Buon giorno bimba – disse il lupo.
– Buon giorno a te – rispose Cappuccetto Rosso.
– Dove vai così di fretta?
– Vado dalla nonna che è malata.
– E che cos’hai nel cestino? – continuò il lupo.
– Una tisana e una torta di mele, la aiuteranno a guarire –
– Sei una  brava bimba! Ma dove abita la tua nonna? –
– Nella casina in fondo al bosco, dove ci sono gli alberi di noccioli – disse Cappuccetto Rosso.

– Se vuoi, ti faccio compagnia fino dalla nonna, qui nel bosco si possono fare dei brutti incontri sai? Disse il lupo.
Cappuccetto Rosso pensò che il lupo non era così cattivo come dicevano anzi era gentile e un po’ di compagnia le avrebbe fatto piacere.

Nella testa del lupo, nel frattempo nasceva un piano diabolico e sorrise tra sé e sé
Non appena si avvicinarono al bosco, le disse:
–Ora devo lasciarti, puoi continuare da sola è stato un vero piacere conoscerti.

– Grazie mille signor lupo, a presto! – rispose Cappuccetto Rosso.

La bambina continuò il suo cammino, non molto lontano vide dei fiori coloratissimi e pensò che la nonna avrebbe gradito un bel mazzolino.

Si fermò a raccoglierli.

Nel frattempo il lupo corse dritto alla casa della nonna, bussò con tanta forza alla porta.

_Chi è _ disse la vecchina
– Cappuccetto Rosso, nonna. Apri! – disse il lupo con la vocina più dolce che poteva.
–La porta è aperta– rispose la nonna, – non riesco ad alzarmi sono troppo debole.
Il lupo entrò, andò dritto verso il letto della nonna e… gnam! se la mangiò in un sol boccone.
Poi indossò i suoi vestiti e la sua cuffia e si nascose sotto le coperte ad attendere.

Dopo un po’ Cappuccetto Rosso arrivò.
La porta era spalancata ed entrò. C’era qualcosa di strano nella casa della nonna e dopo un attimo di esitazione si avviò verso la camera da letto. Aveva tanta voglia di vedere e riabbracciare la sua nonnina che non diede ascolto a quella strana sensazione che sentiva dentro di lei.

La nonna era avvolta tra le coperte, aveva un aspetto strano, la cuffia abbassata sulla faccia non le permetteva di vedere bene il suo volto.

C’era qualcosa di diverso nella nonna, pensò.

– Nonna, che orecchie grandi che hai! – disse la bimba
– Per sentirti meglio bambina mia! – rispose il lupo
– E che occhi grossi che hai!
– Per vederti meglio bambina mia!
– Nonna, ma anche le tue mani sono così grandi! – disse Cappuccetto, sempre più spaventata.
– Per abbracciarti meglio! – iniziò a ghignare il lupo.
– Nonna, e che bocca spaventosa che hai! – gridò Cappuccetto Rosso.
– Per divorarti meglio! – E dicendo queste parole, il lupo balzò dal letto e… gnam! Mangiò la povera Cappuccetto Rosso in un sol boccone.
Poi, con la pancia bella piena, il lupo si rimise a letto, si addormentò e incominciò a russare sonoramente.

La nonna e Cappuccetto Rosso, dentro la pancia del lupo, stavano veramente strette.
Cappuccetto Rosso allora iniziò a scalciare e così fece pure la nonna.

Un cacciatore passava di lì, e come era sua abitudine si fermava a salutare la nonnina molto gentile. Strano la porta era spalancata, non era abitudine della nonna lasciare tutto aperto. Avvicinandosi sempre di più sentì un gran frastuono.

 Entrò.

Il lupo si dimenava  sul letto russando così forte da far tremare la casa e la sua pancia ballava in modo strano. Subito il cacciatore capì cosa era successo. Dalla sua bisaccia prese un grande coltello e tagliò la pancia del lupo. Saltarono fuori la nonna e Cappuccetto Rosso, spaventate ma in buona salute.

I tre, allora pensarono di punire il lupo cattivo.

Uscirono nel prato e raccolsero tante pietre e riempirono la pancia del lupo. Quando questi si svegliò, iniziò ad ululare per il dolore e vedendo il cacciatore corse fuori della casa e  di corsa ritornò nella sua tana nel bosco.

Nonna, nipote e cacciatore si abbracciarono felici. Tutto si era risolto nel modo migliore. 

Cappuccetto Rosso ritornò a casa e raccontò la triste avventura alla mamma scusandosi per non aver ascoltato le sue raccomandazioni e di aver messo in pericolo la vita della nonna.

La bambina aveva capito la lezione non sarebbe più stata imprudente e disobbediente.

Tutto è bene ciò che finisce bene.

La prima versione scritta della fiaba è del francese Charles Perrault, nel 1697

successivamente ripresa dai Fratelli Grimm, nel 1857

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