I tre porcellini

C’erano una volta tre allegri  porcellini, Timmy, Tommy e Gimmy che abitavano in una grande fattoria  nelle vicinanze di un bosco. Assieme a loro viveva la loro mamma.

Tutto il giorno giocavano spensieratamente con gli altri porcellini. Danzavano e suonavano il loro amato flauto ed intanto il tempo passava e loro diventavano più grandicelli.

Un giorno la mamma disse loro: – Ragazzi miei, penso sia ora che lasciate la fattoria perché ognuno di voi faccia la propria vita.

I tre porcellini, erano finalmente diventati grandi e anche se dispiaciuti per dover lasciare la mamma e la casa, si prepararono per partire.

Ognuno raccolse ciò che aveva di più caro: giocattoli, dolci, strumenti musicali come il flauto che Tommy amava tanto suonare.

Gimmy, era il maggiore e il più giudizioso, organizzò la sua cassetta degli attrezzi con tutto ciò che gli sarebbe servito per costruire una solida casetta.

Così si prepararono e si incamminarono allegri e felici per il sentiero.

La mamma mentre li salutava  raccomandò di trovare un riparo sicuro e caldo prima del giungere dell’inverno, e di fare molta attenzione al lupo cattivo che in primavera sarebbe sceso dalla montagna.

 I tre porcellini erano così felici di aver raggiunto la loro indipendenza che non diedero molta importanza alle parole della mamma e sorridendo, la salutarono e proseguirono nel loro cammino.

Intanto, nella sua tana nel bosco, il Lupo Cattivo dormiva russando e sognando un ottimo arrosto di maiale con contorno di patatine.

Nel frattempo i tre porcellini giunsero  sulle rive di un ruscello.

 Tommy decise  di fermarsi  e costruire la sua casetta vicino al ruscello dove  alberi molto alti avrebbero fatto ombra nei mesi caldi.

– Va bene – risposero gli altri due – noi continuiamo a camminare!

Tommy li salutò e cominciò a costruire la sua casetta. Poco lontano vide un covone di paglia ben essiccata al sole e con poca fatica e in breve tempo la sua casetta era pronta e lui si mise a suonare il flauto.

Poco dopo anche Timmy trovò il luogo adatto  per costruire la sua casetta. La sua sarebbe stata in legno, sì una bella e resistente casetta utilizzando tutti i rami degli alberi che c’erano nei dintorni. 

Finì il lavoro velocemente e in fretta e furia senza preoccuparsi di aver fatto un buon lavoro. Non appena finì si dedicò ai suoi giochi preferiti e a mangiare squisiti dolciumi.

Gimmy, instancabile lavoratore , lavorò fino a sera per costruire la sua robusta casetta. La sua era di mattoni. Con gli attrezzi che aveva portato con sé aveva costruito una bella porta in legno con una grossa serratura.

All’interno in mezzo alla stanza c’era un  caminetto, per non patire il freddo nelle lunghe giornate invernali e per cucinare una saporita e nutriente zuppa.

Solo quando tutto era perfetto  si godette il meritato riposo.

Arrivò l’inverno e i tre porcellini trascorrevano spensierati le giornate ognuno al riparo nelle rispettive casette.

I giorni passavano e piano piano giunse la primavera.

I porcellini allegri e contenti trascorrevano le giornate spensieratamente. Non ricordavano più le raccomandazioni della mamma: in primavera il lupo cattivo scendeva dalla montagna.

E così fu. Un giorno il lupo si avvicinò alle casette dei tre porcellini.

Per un giorno intero e poi anche il seguente il Lupo Cattivo spiò i tre porcellini. Decise che era arrivato il momento di mangiarsi quei saporiti bocconcini.

 Si presentò alla casetta di paglia di Tommy e disse con la sua vociona:

– Porcellino, porcellino, posso entrare un momentino?

Tommy, ricordò le raccomandazioni  della mamma, guardò fuori dalla finestra e disse:

–Tu sei il Lupo Cattivo e per nulla al mondo ti farò entrare.

Pensando di essere al sicuro chiuse la finestra.

Il Lupo Cattivo si mise a ridere e preso un gran respiro soffiò così forte sulla casetta di Tommy, che la paglia volò via, e della casetta non rimase nulla…

Tommy corse più forte che poté e raggiunse Timmy nella sua casetta di legno.

– Il Lupo Cattivo con un gran soffio ha fatto volar via la mia casetta! Disse Tommy.

–– La mia casa di legno è sicura, rimani qui con me e non ci accadrà nulla – Disse Timmy facendo entrare il fratellino.

Ma poco dopo il Lupo bussò alla porta:

– Porcellini, porcellini, fatemi entrare ho un regalino per voi.

I due capirono subito ed in coro dissero

–Tu sei il Lupo Cattivo! E noi non ti apriamo perché tu vuoi mangiarci.

Il Lupo Cattivo sicuro di sé, preso un gran respiro, soffiò così forte che anche la casetta di Timmy, con le assi di legno inchiodate in tutta fretta volò via…

Timmy e Tommy a gran velocità corsero verso la casa del fratello.

 Gimmy aprì la porta e li fece entrare subito.

– Il Lupo Cattivo non ci farà alcun male, siamo al sicuro, questa è una casetta di mattoni.

Il Lupo Cattivo non si arrendeva e arrivò a bussare anche alla porta di Gimmy.

– Porcellini, porcellini, posso entrare un momentino?

– Non siamo mica matti! – risposero i tre in coro.

Ma il Lupo Cattivo si mise a ridere e, pensava che anche questa casetta in breve tempo sarebbe crollata.

Preso un gran respiro, soffiò forte forte ma così forte che… non successe nulla.

La casetta di mattoni era ancora lì.

Il lupo allora provò e riprovò, ma niente, neanche uno scricchiolio.

Arrabbiato e ancora più cattivo iniziò a correre attorno alla casa per trovare un punto da dove entrare. Si accorse allora del camino. Con un balzo fu sul tetto,  sarebbe entrato proprio da lì.

Gimmy capì cosa aveva in mente di fare il Lupo e disse ai fratelli di preparare un gran pentolone di acqua bollente da mettere sul fuoco.

 Quando il Lupo Cattivo si calò giù dal camino finì dritto in pentola!

Il Lupo gridò dal dolore, perché si era scottato il sedere!

Balzò fuori dalla canna fumaria ululando spaventato e a zampe levate ritornò nella sua tana in montagna e non si fece vedere mai più dai tre fratellini.

Timmy e Tommy, imparata la lezione decisero di costruire ognuno una bella casa di mattoni proprio accanto a quella di Gimmy, così tutti i giorni potevano suonare e ballare cantando:

“Siam tre piccoli porcellini

siamo tre fratellini.

Mai nessuno ci dividerà

tra-lalla-la-là”

tre allegri  porcellini, Timmy, Tommy e Gimmy che abitavano in una grande fattoria  nelle vicinanze di un bosco. Assieme a loro viveva la loro mamma.

Tutto il giorno giocavano spensieratamente con gli altri porcellini. Danzavano e suonavano il loro amato flauto ed intanto il tempo passava e loro diventavano più grandicelli.

Un giorno la mamma disse loro: – Ragazzi miei, penso sia ora che lasciate la fattoria perché ognuno di voi faccia la propria vita.

I tre porcellini, erano finalmente diventati grandi e anche se dispiaciuti per dover lasciare la mamma e la casa, si prepararono per partire.

Ognuno raccolse ciò che aveva di più caro: giocattoli, dolci, strumenti musicali come il flauto che Tommy amava tanto suonare.

Gimmy, era il maggiore e il più giudizioso, organizzò la sua cassetta degli attrezzi con tutto ciò che gli sarebbe servito per costruire una solida casetta.

Così si prepararono e si incamminarono allegri e felici per il sentiero.

La mamma mentre li salutava  raccomandò di trovare un riparo sicuro e caldo prima del giungere dell’inverno, e di fare molta attenzione al lupo cattivo che in primavera sarebbe sceso dalla montagna.

 I tre porcellini erano così felici di aver raggiunto la loro indipendenza che non diedero molta importanza alle parole della mamma e sorridendo, la salutarono e proseguirono nel loro cammino.

Intanto, nella sua tana nel bosco, il Lupo Cattivo dormiva russando e sognando un ottimo arrosto di maiale con contorno di patatine.

Nel frattempo i tre porcellini giunsero  sulle rive di un ruscello.

 Tommy decise  di fermarsi  e costruire la sua casetta vicino al ruscello dove  alberi molto alti avrebbero fatto ombra nei mesi caldi.

– Va bene – risposero gli altri due – noi continuiamo a camminare!

Tommy li salutò e cominciò a costruire la sua casetta. Poco lontano vide un covone di paglia ben essiccata al sole e con poca fatica e in breve tempo la sua casetta era pronta e lui si mise a suonare il flauto.

Poco dopo anche Timmy trovò il luogo adatto  per costruire la sua casetta. La sua sarebbe stata in legno, sì una bella e resistente casetta utilizzando tutti i rami degli alberi che c’erano nei dintorni. 

Finì il lavoro velocemente e in fretta e furia senza preoccuparsi di aver fatto un buon lavoro. Non appena finì si dedicò ai suoi giochi preferiti e a mangiare squisiti dolciumi.

Gimmy, instancabile lavoratore , lavorò fino a sera per costruire la sua robusta casetta. La sua era di mattoni. Con gli attrezzi che aveva portato con sé aveva costruito una bella porta in legno con una grossa serratura.

All’interno in mezzo alla stanza c’era un  caminetto, per non patire il freddo nelle lunghe giornate invernali e per cucinare una saporita e nutriente zuppa.

Solo quando tutto era perfetto  si godette il meritato riposo.

Arrivò l’inverno e i tre porcellini trascorrevano spensierati le giornate ognuno al riparo nelle rispettive casette.

I giorni passavano e piano piano giunse la primavera.

I porcellini allegri e contenti trascorrevano le giornate spensieratamente. Non ricordavano più le raccomandazioni della mamma: in primavera il lupo cattivo scendeva dalla montagna.

E così fu. Un giorno il lupo si avvicinò alle casette dei tre porcellini.

Per un giorno intero e poi anche il seguente il Lupo Cattivo spiò i tre porcellini. Decise che era arrivato il momento di mangiarsi quei saporiti bocconcini.

 Si presentò alla casetta di paglia di Tommy e disse con la sua vociona:

– Porcellino, porcellino, posso entrare un momentino?

Tommy, ricordò le raccomandazioni  della mamma, guardò fuori dalla finestra e disse:

–Tu sei il Lupo Cattivo e per nulla al mondo ti farò entrare.

Pensando di essere al sicuro chiuse la finestra.

Il Lupo Cattivo si mise a ridere e preso un gran respiro soffiò così forte sulla casetta di Tommy, che la paglia volò via, e della casetta non rimase nulla…

Tommy corse più forte che poté e raggiunse Timmy nella sua casetta di legno.

– Il Lupo Cattivo con un gran soffio ha fatto volar via la mia casetta! Disse Tommy.

–– La mia casa di legno è sicura, rimani qui con me e non ci accadrà nulla – Disse Timmy facendo entrare il fratellino.

Ma poco dopo il Lupo bussò alla porta:

– Porcellini, porcellini, fatemi entrare ho un regalino per voi.

I due capirono subito ed in coro dissero

–Tu sei il Lupo Cattivo! E noi non ti apriamo perché tu vuoi mangiarci.

Il Lupo Cattivo sicuro di sé, preso un gran respiro, soffiò così forte che anche la casetta di Timmy, con le assi di legno inchiodate in tutta fretta volò via…

Timmy e Tommy a gran velocità corsero verso la casa del fratello.

 Gimmy aprì la porta e li fece entrare subito.

– Il Lupo Cattivo non ci farà alcun male, siamo al sicuro, questa è una casetta di mattoni.

Il Lupo Cattivo non si arrendeva e arrivò a bussare anche alla porta di Gimmy.

– Porcellini, porcellini, posso entrare un momentino?

– Non siamo mica matti! – risposero i tre in coro.

Ma il Lupo Cattivo si mise a ridere e, pensava che anche questa casetta in breve tempo sarebbe crollata.

Preso un gran respiro, soffiò forte forte ma così forte che… non successe nulla.

La casetta di mattoni era ancora lì.

Il lupo allora provò e riprovò, ma niente, neanche uno scricchiolio.

Arrabbiato e ancora più cattivo iniziò a correre attorno alla casa per trovare un punto da dove entrare. Si accorse allora del camino. Con un balzo fu sul tetto,  sarebbe entrato proprio da lì.

Gimmy capì cosa aveva in mente di fare il Lupo e disse ai fratelli di preparare un gran pentolone di acqua bollente da mettere sul fuoco.

 Quando il Lupo Cattivo si calò giù dal camino finì dritto in pentola!

Il Lupo gridò dal dolore, perché si era scottato il sedere!

Balzò fuori dalla canna fumaria ululando spaventato e a zampe levate ritornò nella sua tana in montagna e non si fece vedere mai più dai tre fratellini.

Timmy e Tommy, imparata la lezione decisero di costruire ognuno una bella casa di mattoni proprio accanto a quella di Gimmy, così tutti i giorni potevano suonare e ballare cantando:

“Siam tre piccoli porcellini

siamo tre fratellini.

Mai nessuno ci dividerà

tra-lalla-la-là”

Storia scritta da James Orchard Halliwell-Phillipps, intorno al 1843

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