La Sipps, la società italiana di pediatria preventiva e sociale e la Sicupp, la società delle cure primarie pediatriche, hanno condotto uno studio sulle abitudini di sonno dei bambini italiani che ha coinvolto 111 pediatri e oltre 2.000 bambini tra Nord, Centro e Sud; dai neonati agli adolescenti. Dai dati emerge che non si dorme abbastanza: solo il 68,4% dei bimbi tra 1 e 14 anni riposa in modo adeguato. Si è inoltre visto come una scarsa durata e qualità del sonno influenzi enormemente la vita del bambino, andando ad inficiarne il sistema immunitario, la capacità di apprendimento e favorendone l’insorgere di malattie come l’obesità.
La dottoressa Marina Picca, presidente SICuPP ha sottolineato come una delle abitudini errate più comuni sia quella di aver gradualmente sostituito la favola della buona notte con film, serie tv e giochi sul telefono. Si è visto, infatti, che il 65% dei bambini nella fascia d’età compresa tra i 3 ed i 4 anni utilizza la TV o un altro video per dormire. Il dato più preoccupante è che questa percentuale sia al 40% tra i bambini dagli 1 ai 2 anni.
Perché è così dannoso?
Negli adulti il calo di adrenalina segue una sorta di parabola che declina verso il far della sera, ha quindi un picco nel pomeriggio per poi scendere lentamente verso la notte, così da favorire il conciliarsi del sonno. Al contrario, i bambini piccoli tendono ad essere soggetti a picchi adrenalinici imprevisti che li portano a sviluppare una sorta di iperattività, proprio quando l’orologio biologico interno segna l’ora della nanna e il fisico sembrerebbe aver dato fondo alle ultime scorte energetiche, loro si attivano, diventando insofferenti all’ora del riposo. Per questo, spesso, i bambini sembrano “accendersi” e “spegnersi” all’improvviso, il che li può portare a voler giocare e ballare all’ora della messa a letto e ad addormentarsi, invece, nei momenti più improbabili della giornata, sotto i colpi di un rapido cambiamento di ormoni e neurotrasmettitori.
Oltre al versante biologico, i bambini tendono a percepire il sonno come una sorta di perdita di tempo, il che li rende molto restii a lasciar perdere il gioco iniziato poco prima, per coricarsi e mettersi a letto in quella che, a parer loro, è un’attività pressoché inutile.
La giusta dose di sonno è invece fondamentale per regolarne il metabolismo, il sistema immunitario e dare loro la giusta energia, indispensabile per apprendere tutte le nuove informazioni che si trovano davanti ogni giorno.
Il tablet, il cellulare e ogni altro dispositivo elettronico sfruttano proprio il picco adrenalinico dei più piccoli. Il cervello, infatti, tende a restare sempre “sveglio”, quindi in allerta, e sottoposto ad un extra lavoro quando in realtà sarebbe il momento del riposo. La luce degli schermi stanca gli occhi, soprattutto al buio, e attiva il cervello e i pensieri. Ancora peggio è addormentarsi con la tv accesa: mentre dormiamo, infatti, il cervello continua a monitorare l’ambiente, attivato dai continui rumori, restando nel precario equilibrio tra il sonno e la necessità di rispondere agli stimoli, e quindi a svegliarsi.
Utilizzare perciò, il cellulare per far addormentare il vostro bambino, è controproducente: si corre il rischio di agitarlo e svegliarlo maggiormente, invece che accompagnarlo lentamente tra le braccia di Morfeo; rimandando e complicando sempre più l’arrivo del sonno.
Alternative per un sonno tranquillo di figli e genitori
Una sana routine della buonanotte istituita fin dai primi mesi di vita, può essere un salvagente nella vita di un genitore: eliminando interminabili litigi e discussioni che sorgono nel momento dalla nanna. Il tassello che può essere fondamentale è quello di sostituire l’uso dei dispositivi elettronici, abbandonandoli all’ora di cena, con una sana favola della buona notte.
La favola della buona notte ha origini antichissime, è da sempre un valido aiuto serale in grado di stroncare l’iperattività nei più piccoli, accompagnandoli con tranquillità nel mondo dei sogni. La lettura della stessa consente, da una parte, di regalare al bambino quelle ultime gocce di adrenalina che lo conducano dolcemente nel mondo dei sogni e, dall’altra, a trasformare la messa a letto in un gioco, invece che in un palloso dovere che si trasforma in lotta all’ultimo capriccio.
Le favole della buonanotte riescono, infatti, a tenere abbastanza vigile l’attenzione del bambino da favorire lo sviluppo delle ultime emozioni della giornata, funzionali al crollo finale e a fare in modo che il piccolo non si annoi nel suo lettino in attesa di un sonno che, difficilmente, si manifesterà a comando.
A differenza di televisori, videogiochi, smartphone e tablet, la lettura delle fiabe consente infatti al bambino di fruire di stimoli positivi che lo sollecitano senza stressarlo e che vengono rielaborati a livello mentale, senza richiedere il coinvolgimento della vista o di altre parti del corpo. Il bambino riuscirà quindi a divertirsi con stimoli visivi, quali figure e colori, che sviluppino la sua immaginazione, con il supporto della voce di un adulto a lui caro che, con toni pacati, lo accompagna al sonno, senza annoiarlo. Tutto ciò è facilitato dalla struttura abitudinaria delle favole classiche, che permette al bambino di fare affidamento su riferimenti narrativi e iconografici comuni, favorendo il riconoscimento della storia e il probabile finale, tenendo così la sua soglia d’attenzione sempre vigile, ma senza troppi sforzi: infatti, non è negativo che il bambino chieda di ascoltare più e più volte la stessa storia; il suo cervello, nella ripetizione, riuscirà a concentrarsi sulla trama con quel sottofondo di tranquillità che gli permetterà di scivolare nel sonno.
La struttura simile di una favola all’altra, partendo dal “c’era una volta” fino al “e vissero tutti felici e contenti” permette di creare un universo a sé, in cui i cattivi vengono sconfitti, il buono vince sempre e c’è una morale per tutti, un universo riconoscibile, che presto entrerà nella routine del bambino e gli farà automaticamente riconoscere il momento della storia della buona notte come quello in cui la sua testolina può e deve iniziare a spegnersi.