In una colorata e vivace città chiamata Granastuccio, viveva un gruppo di pennarelli.
Ogni pennarello aveva un colore unico e uno spirito giocoso. Sapevano disegnare e colorare ognuno a modo suo, ma i disegni più belli li facevano tutti assieme e il risultato era davvero meraviglioso.
Un giorno però, il pennarello blu, di nome Bluino sparì misteriosamente dal suo posto, lasciando tutti i pennarelli preoccupati e confusi.
-Dove sarò mai sparito Bluino? Che si sia perso? Che sia stato rapito?– si chiedevano tutti in coro.
Rosina, una pennarello rosa molto curiosa e con uno spirito da investigatrice, si offrì volontaria per risolvere il mistero e trovare Bluino.
Con il suo tappo a forma di lente d’ingrandimento, Rosina iniziò l’indagine, intervistando i vari pennarelli e raccogliendo indizi. Scoprì così che Bluino era stato visto per l’ultima volta vicino al Lago di Tintura, un luogo noto per le sue acque colorate. Decise di recarcisi immediatamente.
Mentre Rosina esaminava attentamente le rive del Lago di Tintura, notò delle tracce di colore blu che sembravano guidare verso il cuore del bosco. Decisa a risolvere il mistero, Rosina seguì le tracce.
Nel cuore del bosco, finalmente Rosina incontrò Bluino.
Il povero pennarello blu era tutto triste. Non era stato rapito e nemmeno si era perso. Si era allontanato da solo da Granastuccio, perché si era accorto di un fatto sconvolgente:
– Il mio inchiostro blu sta per finire, Rosina, ormai ho i giorni contati. Martedì, mentre stato disegnando una nuvoletta mi sono improvvisamente accorto che la linea che stavo tracciando non era più di un bel blu brillante. Sembrava un po’ sbiadita. Giovedì addirittura ad un certo punto, mentre tracciavo una semplice linea ho lasciato un pezzo bianco! Per me è la fine Rosina, non tornerò mai più a Granastuccio, non voglio rovinare i disegni di tutti!
Rosina era davvero sconvolta, non c’era davvero niente di peggio per un pennarello! Come avrebbe fatto il povero Bluino? Non poteva lasciarlo solo e ormai quasi scarico.
-No Bluino, siamo un gruppo di pennarelli uniti, troveremo una soluzione!
Così Bluino si lasciò convincere ed assieme tornarono a Granastuccio.
Fu immediatamente indetta una riunione, dove Rosina spiegò il problema di Bluino.
I pennarelli non reagirono nel migliore dei modi, c’era chi si disperava, chi piangeva, chi cominciò addirittura a spruzzare inchiostro per la disperazione.
Ad un tratto però si fece avanti il vecchio pennarello Grigio. Era il più anziano di tutti, ne aveva viste davvero di tutti i colori durante la sua vita:
– Una soluzione ci sarebbe in verità.
Tutti si zittirono immediatamente e lo ascoltarono con attenzione.
-Malti anni fa, quando ero solo un piccolo pennarellino, mia nonna Stilografica mi ha insegnato un trucco.
Così dicendo iniziò ad armeggiare: preparò un piccolo recipiente e vi aggiunse un po’ di aceto bianco. Poi invitò Bluino ad immergere la punta nel liquido.
-Rilassati dentro all’aceto, Bluino caro, per qualche secondo.
Bluino entrò nel recipiente e vi immerse fiducioso tutta la punta. La sensazione non era male, il liquido era fresco ed idratante.
Dopo un paio di minuti Grigio gli disse:
-Bene, adesso esci dal recipiente, mettiti steso e fatti una bella dormita, vedrai che domani ti sentirai molto meglio.
Bluino era molto provato dagli eventi della giornata e si addormentò subito.
Il mattino successivo tutti i pennarelli erano di nuovo riuniti e impazienti di vedere come stava il povero Bluino.
Grigio stese un grande foglio di carta banco e, con un largo sorriso, invitò Bluino a tracciare una bella linea.
Bluino da principio era un po’ titubante, appoggiò timoroso la punta sul foglio e iniziò a muoversi lentamente, ma quando vide che stava tracciando una perfetta linea blù, iniziò a svolazzare felice sul foglio tracciando dei perfetti cerchi di un bel colore intenso!
Tutti gli altri pennarelli iniziarono ad applaudire felici, e per festeggiare la completa guarigione di Bluino, disegnarono un magnifico arcobaleno colorato.
Da quel giorno a Granastuccio regnò la pace e la serenità ed i disegni furono sempre colorati e bellissimi.
Storia di Olivia Zaraluna