In un paesino, molto tempo fa, viveva un mugnaio che nel suo mulino produceva dell’ottima farina necessaria a tutti i fornai del paese.
Nel suo lavoro si faceva aiutare da due animali: un cavallo e un asino.
Il mugnaio voleva molto bene ai due animali, aveva costruito per loro una comoda e accogliente stalla, fresca d’estate e calda d’inverno.
Il mugnaio li accudiva con passione, dava loro da mangiare abbondantemente e teneva sempre pulita la stalla.
I due animali andavano molto d’accordo tra loro.
Il cavallo era un bell’animale fiero e altezzoso, ma anche un po’ birichino, non tanto obbediente. A volte quando il padrone lo lasciava libero a pascolare, lui se la dava a zampe levate e scorrazzava nei prati galoppando liberamente.
L’asinello non era molto bello, ma buono e mansueto.
Due giorni la settimana il mugnaio si recava in paese a consegnare i sacchi di farina ai fornai. Si alzava di buon’ora e caricava i pochi sacchi di farina da vendere sulla groppa del cavallo, mentre ne caricava molti di più sulla groppa dell’asinello.
L’animale era un gran lavoratore, andava bene così, sapeva che quello era il suo lavoro.
Un giorno, però, andando in paese, il mugnaio caricò l’asino un po’ troppo.
L’asinello iniziò a camminare a fatica.
Il padrone non si era accorto di quanta fatica facesse l’asino perché era intento a chiacchierare con un amico incontrato lungo il cammino.
L’asino chiamò il cavallo:” Amico mio potresti darmi una mano? Faccio fatica a camminare e fatico a respirare. Prendi sulla tua groppa qualche sacco di farina.”
Il cavallo non sentì nemmeno le parole dell’amico perché sbadato com’era guardava i prati intorno a lui e immaginava di correre a perdifiato.
L’asino continuò il suo cammino sbuffando. Dopo un po’ le sue zampe cominciarono a traballare.
“Cavallo amico mio” supplicò l’asino “ti prego aiutami, non ce la faccio più a portare tutto questo peso, non ho più le forze.”
“Come sei fastidioso questa mattina” rispose stizzito il cavallo e aumentando il suo galoppo proseguì il cammino.
L’asinello abbassò la testa e continuò.
Ormai le forze lo stavano abbandonando e l’animale con un tonfo stramazzò a terra.
A quel botto il padrone si girò e visto l’asinello a terra corse subito in suo aiuto.
Anche il cavallo si immobilizzò e vedendo l’amico a terra ritornò indietro.
Il padrone si rese conto quanto fosse stato sciocco a caricare così tanti sacchi sulla groppa del povero asinello.
“Tieni dell’acqua e riposati all’ombra dell’albero” così dicendo gli tolse i sacchi di farina e li caricò sulla groppa del cavallo.
Il cavallo si avvicinò all’amico: “Perdonami, amico mio caro, sono stato un egoista non avevo capito quanto eri stanco.”
“Che stupido sono stato, se avessi preso qualche sacco di farina, l’asinello non avrebbe sofferto così tanto, ed ora non dovrei portare tutto il peso dei sacchi sulla mia groppa. Avrei fatto meglio a condividere le fatiche fin da subito.”
Proseguirono il viaggio, l’asinello senza pesi si godeva la passeggiata.
Liberamente tratta dalla favola originale di Esopo (scrittore nell’antica Grecia 620 a.c.)